Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Pretty Vacant Zine (ROCK 'N' ROLL, PUNK, CINEMA, LIFESTYLE)

PRETTY VACANT ZINE (ROCK 'N' ROLL, PUNK, CINEMA, LIFESTYLE)

Una riflessione su Max Stirner

Snobbato, dimenticato, incompreso, frainteso, riscoperto e poi di nuovo dimenticato.

Questo il destino di Max Stirner, troppo maleducato e teppista per essere ammesso nel pantheon liberale, troppo egoista e individualista per quello degli anarchici "perbene", troppo anticristo per la buona borghesia.

Scomunicato in vita da Marx ed Engels, che trasalirono leggendo le infuocate pagine della sua unica opera, sepolto da morto in una fossa di seconda classe, e senza mai ricevere una gratificazione che fosse una.

Eppure non mancano nelle sue intuizioni importanti caratteri profetici, che portano dritti dritti a Nietzsche, e che ne fanno probabilmente un pensatore fin troppo sottovalutato.

Il filosofo di Rocken lesse Stirner e non lo citò mai. Ho già scritto sul perché questo dato appare ormai certo, ma è bene evidenziare alcuni momenti particolarmente "stirneriani" nel pensiero del cantore dello Zarathustra.

Nella prefazione di "Al di là del bene e del male" Nietzsche entra in polemica contro ogni dogmatismo assumendo inequivocabilmente toni stirneriani, martellando ben benino tutti i filosofi che costruirono grandi sistemi basati su basi meschine e superstizioni.

"La superstizione dell'anima ancora oggi continua a far danni, con tutte le sue conseguenze", scrive l'autore tedesco, prima di proseguire con una scorpacciata di kubrickiana ultraviolenza tesa ad abbattere tutta la filosofia ottocentesca, dall'idealismo al positivismo. Quelli che in Stirner erano "gli spettri", in Nietzsche diventano le "menzogne".  Ancora in "Genalogia della morale" con il suo assalto al senso di colpa, nel "Crepuscolo degli Idoli" e nelle sue invettive contro la decadenza incarnata nella vecchia morale borghese, e nella battaglia letteraria dell' "Anticristo", quando era ormai destinato a varcare i limiti di una follia che per Carmelo Bene "si era meritato", non mancano passi esplicitamente "stirneriani".

Ciò che unisce gli autori è anche l'essere stati pressoché sconosciuti in vita dopo una parentesi di celebrità dovuta ai lavori d'esordio. Ma se l'opera di Nietzsche conoscerà una diffusione europea, quella di Stirner sarà relegata a libro maledetto per irregolari, anarchici individualisti, pazzi e romantici.

Tuttavia ai suoi scritti andrebbe riconosciuto il merito di aver profetizzato la lotta che le individualità, i singoli, gli "unici", avrebbero dovuto sostenere nel secolo successivo. I mostri del fascismo e dello stalinismo, al momento dell'uscita di "L'unico e la sua proprietà", dovevano ancora arrivare, ma le loro radici erano negli "spettri" che il buon Max voleva scacciare. La ribellione selvaggia, indisciplinata, indecorosa, dell'egoista tedesco contro ogni catena che vieta non solo la libertà, ma la volontà dell'individuo, torna oggi più attuale che mai, in un'epoca di orrenda rivalutazione dello Stato forte e dell'organicismo feroce.

 

Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post